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Dott.ssa

Chiara Sbernardori

Specialista nella chirurgia della mano a Sassari

“Attraverso tecniche di chirurgia mini invasiva avanzata, siamo in grado di affrontare efficacemente le patologie più comuni della mano, come il dito a scatto, il morbo di De Quervain, il tunnel carpale, e altre ancora. Questi approcci innovativi consentono di ridurre significativamente i tempi di recupero, consentendo una ripresa rapida e ottimale delle funzionalità della mano.”

La mano, estensione della mente

Le mani sono il ponte tra il nostro cuore e il mondo, trasmettendo amore, gentilezza e forza, con esse intrecciamo il filo della vita, tessendo i sogni e costruendo il futuro.

Quali cure offriamo

Compressione del nervo ulnare

La compressione del nervo ulnare al gomito, nota anche come sindrome del tunnel cubitale, è una condizione in cui il nervo ulnare viene compresso o irritato…

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La compressione del nervo ulnare al gomito, nota anche come sindrome del tunnel cubitale, è una condizione in cui il nervo ulnare viene compresso o irritato mentre attraversa il tunnel cubitale, una stretta passaggio anatomico nel gomito. Questo può causare sintomi come dolore, formicolio, intorpidimento o debolezza nella parte interna dell’avambraccio, nel polso e nelle dita colpite.

Per risolvere la compressione del nervo ulnare al gomito, il trattamento può essere sia conservativo che chirurgico, a seconda della gravità dei sintomi e delle condizioni del paziente. Nel caso di sintomi lievi o moderati, il trattamento conservativo può includere riposo, modifiche delle attività quotidiane per evitare la pressione sul nervo, l’utilizzo di tutori per il gomito o l’uso di farmaci per ridurre l’infiammazione e il dolore.

Tuttavia, nei casi più gravi o persistenti, la chirurgia può essere necessaria per liberare il nervo ulnare dalla compressione. L’intervento chirurgico per la sindrome del tunnel cubitale può coinvolgere la decompressione del nervo ulnare, cioè la creazione di spazio nel tunnel cubitale per alleviare la pressione sul nervo. A volte, durante l’intervento, possono essere effettuate anche altre procedure, come la trasposizione del nervo ulnare, in cui il nervo viene spostato dalla sua posizione originale per evitare ulteriori compressioni.

Dopo l’intervento chirurgico, è possibile che sia necessario un periodo di riabilitazione e terapia fisica per ripristinare la piena funzionalità del gomito e del nervo ulnare. La prognosi dopo la chirurgia è generalmente positiva, con la maggior parte dei pazienti che riporta un miglioramento significativo dei sintomi e del recupero delle funzioni della mano e del braccio colpiti.

Dito a scatto

Il dito a scatto, noto anche come tenosinovite stenosante, è una condizione in cui uno o più dita si bloccano o si muovono in modo intermittente durante il movimento.

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Il dito a scatto, noto anche come tenosinovite stenosante, è una condizione in cui uno o più dita si bloccano o si muovono in modo intermittente durante il movimento. Questa condizione si verifica quando il tendine flessore si infiamma o si ispessisce, causando un ostacolo al suo scorrimento attraverso la guaina tendinea.

I sintomi tipici del dito a scatto includono un clic o un blocco durante il movimento del dito, seguito da una liberazione improvvisa. In alcuni casi, il dito può rimanere bloccato in posizione flessa o estesa.

Esistono diversi modi per risolvere il dito a scatto, a seconda della gravità dei sintomi. Le opzioni di trattamento possono includere:

  1. Trattamento conservativo: In molti casi, il dito a scatto può essere gestito senza intervento chirurgico. Il trattamento conservativo può includere l’utilizzo di tutori o splint per immobilizzare il dito e ridurre il movimento. Inoltre, possono essere consigliati farmaci antinfiammatori o infiltrazioni di corticosteroidi per ridurre l’infiammazione.
  2. Terapia fisica: La terapia fisica può essere consigliata per il dito a scatto per migliorare la mobilità e la forza delle dita. Gli esercizi specifici possono aiutare a ripristinare il normale movimento del tendine.
  3. Intervento chirurgico: Se i sintomi persistono nonostante il trattamento conservativo, o se il dito rimane bloccato in posizione flessa o estesa, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico. Durante l’intervento, il chirurgo praticherà una piccola incisione per liberare la guaina tendinea infiammata o ispessita, consentendo al tendine di scorrere più liberamente.

Dopo l’intervento chirurgico, può essere necessario un periodo di riabilitazione con terapia fisica per ripristinare completamente la funzionalità del dito. La maggior parte delle persone sperimenta un notevole miglioramento dei sintomi e della mobilità dopo il trattamento appropriato per il dito a scatto.

Morbo di de Quervain

Noto anche come tenosinovite di De Quervain, è una condizione medica che colpisce i tendini che controllano il movimento del pollice. Si manifesta con l’infiammazione della guaina tendinea

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Il Morbo di De Quervain, noto anche come tenosinovite di De Quervain, è una condizione medica che colpisce i tendini che controllano il movimento del pollice. Si manifesta con l’infiammazione della guaina tendinea che avvolge i tendini dei muscoli estensori del pollice, causando dolore e limitazione del movimento nella zona del polso.

I sintomi tipici del Morbo di De Quervain includono dolore localizzato sulla parte esterna del polso, che può irradiarsi verso il pollice o l’avambraccio. Il dolore può peggiorare durante l’uso del pollice, come afferrare oggetti o ruotare il polso. In alcuni casi, può essere presente anche gonfiore o sensibilità nella zona colpita.

Per quanto riguarda il trattamento del Morbo di De Quervain, le opzioni comuni includono:

  1. Riposo e riduzione dell’attività: Inizialmente, è consigliabile ridurre le attività che possono aggravare i sintomi e dare tempo ai tendini di guarire. Riposare il polso e limitare le attività che richiedono un uso eccessivo del pollice può aiutare a ridurre l’infiammazione.
  2. Utilizzo di tutori o splint: L’utilizzo di tutori o splint per immobilizzare e supportare il polso e il pollice può aiutare a ridurre il movimento e alleviare la pressione sui tendini infiammati.
  3. Terapia fisica: La terapia fisica può essere utile per il Morbo di De Quervain. Gli esercizi specifici possono essere prescritti per migliorare la forza e la flessibilità del polso e del pollice, nonché per ridurre l’infiammazione.
  4. Farmaci antinfiammatori: L’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene o naprossene, può contribuire a ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore.
  5. Infiltrazioni di corticosteroidi: In alcuni casi, il medico può consigliare l’iniezione di corticosteroidi nella guaina tendinea per ridurre l’infiammazione e alleviare i sintomi.

Se le misure conservative non risultano efficaci, può essere presa in considerazione l’opzione chirurgica. L’intervento chirurgico per il Morbo di De Quervain comporta la dissezione della guaina tendinea per creare più spazio per il passaggio dei tendini. Questo intervento viene considerato solo nei casi in cui i sintomi persistono o peggiorano nonostante il trattamento conservativo.

È importante consultare un medico per una valutazione accurata e una pianificazione del trattamento adeguata per il Morbo di De Quervain, al fine di individuare la soluzione più appropriata in base alla gravità dei sintomi e alle esigenze individuali del paziente.

Rizoartrosi

Nota anche come artrosi del pollice o artrosi della base del pollice, è una condizione degenerativa delle articolazioni che coinvolge il pollice. È caratterizzata dall’usura progressiva della cartilagine…

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La rizoartrosi, nota anche come artrosi del pollice o artrosi della base del pollice, è una condizione degenerativa delle articolazioni che coinvolge il pollice. È caratterizzata dall’usura progressiva della cartilagine articolare nella base del pollice, che può causare dolore, rigidità e limitazione del movimento.

I sintomi comuni della rizoartrosi includono dolore nella base del pollice, specialmente durante l’uso o la presa di oggetti, rigidità articolare, gonfiore e talvolta la presenza di noduli o ispessimenti ossei.

Per quanto riguarda il trattamento della rizoartrosi, le opzioni possono includere:

  1. Modifiche allo stile di vita: Apportare alcune modifiche allo stile di vita può aiutare a gestire i sintomi della rizoartrosi. Ciò può comprendere l’evitare o ridurre l’uso ripetitivo o la presa di oggetti che provocano dolore, l’utilizzo di supporti o tutori per il pollice per stabilizzarlo, o l’utilizzo di strumenti o adattamenti che riducono lo sforzo sul pollice.
  2. Terapia fisica: La terapia fisica può essere utile per la rizoartrosi, attraverso l’uso di esercizi specifici per migliorare la forza, la flessibilità e la stabilità del pollice. La terapia può includere anche modalità di trattamento come ultrasuoni o terapia laser per alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione.
  3. Farmaci: I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere prescritti per ridurre il dolore e l’infiammazione associati alla rizoartrosi. Alcuni farmaci possono essere applicati topicamente sotto forma di gel o crema. Inoltre, gli analgesici possono essere utilizzati per alleviare il dolore.
  4. Iniezioni di corticosteroidi: In alcuni casi, può essere consigliata l’iniezione di corticosteroidi nella base del pollice per ridurre l’infiammazione e il dolore. Tuttavia, queste iniezioni devono essere somministrate con cautela e sotto la supervisione di un medico.
  5. Chirurgia: Se i sintomi sono gravi e non rispondono al trattamento conservativo, l’intervento chirurgico può essere considerato come opzione. Esistono diverse procedure chirurgiche per la rizoartrosi, come la trapeziectomia, che prevede la rimozione del trapezio (un osso nella base del pollice), o l’artrodesi, che prevede la fusione delle articolazioni del pollice per stabilizzarle.

È importante consultare un medico specialista per una valutazione accurata e una pianificazione del trattamento appropriata per la rizoartrosi, in modo da individuare l’opzione migliore in base alla gravità dei sintomi, all’età e alle esigenze individuali del paziente.

Sindrome del tunnel carpale

Si verifica quando il nervo mediano viene compresso o irritato a causa dell’infiammazione dei tessuti circostanti, causando sintomi come dolore, intorpidimento, formicolio e debolezza nella mano…

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Il tunnel carpale è un passaggio stretto e rigido nel polso, composto da ossa e legamenti, attraverso il quale passano il nervo mediano e i tendini che controllano i movimenti delle dita. La sindrome del tunnel carpale si verifica quando il nervo mediano viene compresso o irritato a causa dell’infiammazione dei tessuti circostanti, causando sintomi come dolore, intorpidimento, formicolio e debolezza nella mano e nelle dita.

Per quanto riguarda il trattamento della sindrome del tunnel carpale, le opzioni possono includere:

  1. Trattamento conservativo: Nei casi meno gravi, il trattamento conservativo può essere sufficiente. Questo può includere riposo, evitare attività che peggiorano i sintomi, l’utilizzo di tutori o splint per mantenere il polso in una posizione neutra durante il riposo e il sonno, l’applicazione di ghiaccio per ridurre l’infiammazione e l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per alleviare il dolore.

  2. Terapia fisica: La terapia fisica può essere utile per la sindrome del tunnel carpale. Gli esercizi specifici possono essere prescritti per migliorare la forza, la flessibilità e la mobilità del polso e delle dita. Inoltre, la terapia può includere modalità come ultrasuoni o terapia laser per ridurre l’infiammazione e promuovere la guarigione.

  3. Iniezioni di corticosteroidi: Le iniezioni di corticosteroidi direttamente nel tunnel carpale possono fornire un sollievo temporaneo dai sintomi. Queste iniezioni riducono l’infiammazione e l’irritazione dei tessuti circostanti il nervo mediano.

  4. Chirurgia: Nei casi più gravi o persistenti, può essere necessario un intervento chirurgico per alleviare la compressione del nervo mediano. Durante l’intervento chirurgico noto come decompressione del tunnel carpale o rilascio del tunnel carpale, il legamento che copre il tunnel viene tagliato per creare più spazio per il nervo e i tendini. Questo intervento viene eseguito in anestesia locale ed è spesso un’opzione efficace per il sollievo a lungo termine dai sintomi.

La scelta del trattamento dipenderà dalla gravità dei sintomi, dalla durata della condizione e dalle preferenze del paziente. È importante consultare un medico specialista per una valutazione accurata e una pianificazione del trattamento adeguata per la sindrome del tunnel carpale, al fine di individuare la soluzione più appropriata per il caso specifico.

Epicondilite

Comunemente nota come “gomito del tennista”, è una condizione caratterizzata dall’infiammazione dei tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio all’epicondilo laterale (parte esterna del gomito).

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L’epicondilite, comunemente nota come “gomito del tennista”, è una condizione caratterizzata dall’infiammazione dei tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio all’epicondilo laterale (parte esterna del gomito). Nonostante il nome, questa condizione può colpire non solo i tennisti, ma anche altre persone che coinvolgono ripetitivamente il braccio e il polso in attività che richiedono movimenti di presa o torsione.

I sintomi tipici dell’epicondilite includono dolore e sensibilità sulla parte esterna del gomito, debolezza nella presa, dolore durante i movimenti del polso e dell’avambraccio, e dolore che può irradiarsi verso l’avambraccio o il polso.

Per quanto riguarda il trattamento dell’epicondilite, le opzioni possono includere:

  1. Riposo e limitazione dell’attività: È consigliabile evitare o ridurre le attività che provocano il dolore e l’irritazione del gomito. Il riposo permette ai tendini infiammati di guarire e di ridurre l’infiammazione.

  2. Applicazione di ghiaccio: L’applicazione di ghiaccio sulla zona colpita può contribuire a ridurre il dolore e l’infiammazione. Si consiglia di applicare il ghiaccio per 15-20 minuti diverse volte al giorno.

  3. Farmaci antinfiammatori: L’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come ibuprofene o naprossene può aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione. Tuttavia, è importante consultare un medico prima di assumere qualsiasi farmaco per determinarne la corretta dose e durata del trattamento.

  4. Fisioterapia: La terapia fisica può essere molto utile per l’epicondilite. Gli esercizi specifici possono essere prescritti per migliorare la forza e la flessibilità dei muscoli dell’avambraccio, nonché per ridurre l’infiammazione. Inoltre, modalità di trattamento come ultrasuoni, terapia laser o terapia manuale possono essere utilizzate per alleviare il dolore e promuovere la guarigione.

  5. Tutori o supporti: L’utilizzo di tutori o supporti per il gomito può fornire stabilità e ridurre lo stress sui tendini infiammati. Questi dispositivi possono essere indossati durante le attività che coinvolgono il braccio o il polso per ridurre l’irritazione.

  6. Iniezioni di corticosteroidi: In alcuni casi, il medico può consigliare l’iniezione di corticosteroidi nella zona colpita per ridurre l’infiammazione e il dolore. Tuttavia, queste iniezioni devono essere somministrate con cautela e sotto la supervisione di un medico.

La maggior parte delle persone con epicondilite risponde bene al trattamento conservativo e sperimenta un miglioramento dei sintomi nel corso di alcune settimane o mesi. Tuttavia, nei casi più gravi o persistenti, può essere

Dott.ssa

Chiara Sbernardori

.La Dott.ssa Maria Chiara Sbernardori ha conseguito il Diploma di laurea in Medicina e Chirurgia nel 1992, con la votazione di 110/110 e lode, con la tesi sperimentale dal titolo: “Prospettive di trattamento delle lesioni condrali: ruolo dei condrociti in coltura e degli innesti cartilaginei crioconservati”, Relatore il prof. E. De Santis. Specialista in Ortopedia e Traumatologia e specialista in Chirurgia della Mano

Leggi il curriculum vitae...

Nel 1998 ha conseguito la Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, presso la Clinica Ortopedica dell´Università di Sassari, con la votazione di 50/50 e lode, con la tesi dal titolo : “Il Tumore Desmoide Extra-addominale: osservazioni strutturali ed ultrastrutturali”.

Nel 2000 ha conseguito il Master Universitario di II Livello in Chirurgia della Mano, presso l´Università degli Studi di Firenze.

Nel 2003 ha conseguito la Specializzazione in Chirurgia della Mano presso l´Università degli Studi di Firenze, con la votazione di 70/70 e lode, discutendo la tesi dal titolo “Istopatologia della puleggia A1 nel dito a scatto” relatore dott. M. D´Arienzo.
Nell´anno 2017-2018 ha inoltre conseguito il Master II° livello in Medicina Estetica presso l´Università degli Studi di Sassari

Dal 1999 al 2022 ha ricoperto il ruolo di Dirigente Medico nella disciplina di Ortopedia e Traumatologia presso la Clinica Ortopedica dell´Azienza Ospedaliero- -Universitaria di Sassari, maturando un´esperienza assistenziale ospedaliera di oltre 24 anni.

Da un anno si dedica all´attività libero-professionale presso il proprio studio in Sassari ed ha in essere diverse collaborazioni con strutture sanitarie private e convenzionate per effettuare l´attività chirurgica.

Vincitrice di numerosi premi: Premio S.I.O.T (1995) Premio Rossoni (1997). Premio M. Boni (1997). Borsa di studio Fondazione Famiglia Legnanese (1998). Borsa di Studio S.I.O.T (2000). Premio Travelling Fellowship – N. S.OS.O.T (2010)

Ha perfezionato la propria formazione in Chirurgia della Mano e in Ortopedia presso importanti ospedali esteri ed italiani:

– University Department of Orthopaedic and Trauma Surgery “Queen´s Medical Centre” and “Harlow Wood Orthopaedic Hospital” Nottingham (UK) – Diretto dal Prof. W. A. Wallace,
– University Department of Orthopaedic and Trauma Surgery – Dundee (UK) – Diretto dal Prof. D.I. Rowley.
– Department of Orthopaedic – Charing Cross Hospital and Hammersmith Hospital – London (UK) – Diretto da Mr. A. J. Hall.
– Unità Operativa di Chirurgia della Mano – Clinica Ortopedica e Traumatologica dell´Università degli Studi di Modena – Diretto dal Prof. P. Bedeschi.
– Centro di Riferimento Regionale di Chirurgia della Mano – Ospedale San Paolo – Savona – diretto dal Prof. Renzo Mantero e successivamente dal Prof. I. Rossello.
– Unità Operativa di Chirurgia della Mano – Centro Traumatologico Ortopedico – CTO – Firenze – diretto dal Dr. M. Ceruso.
– Sezione Autonoma di Chirurgia della Mano- Ospedale Marino di Cagliari – diretto dal Dr. L. Cara.
– INSTITUT DE LA MAIN- Paris diretto da Alain Gilbert (2011).

Ha frequentato esercitazioni pratiche in CADAVER LAB:
– 2000 Wrist Arthroscopy Corse. American Society for Surgery of the Hand. Chicago, 4-6 August 2000.
– Surgical techniques in hand surgery: ligaments, tendons, fractures and arthroplasty. Centro ICLO Verona 1-3 Dicembre 2017.

Da un punto di vista chirurgico ha effettuato a tutt´oggi – presso la Clinica Ortopedica dell´Università degli Studi di Sassari e presso strutture sanitarie convenzionate e private – come 1° operatore oltre 2700 interventi chirurgici che hanno riguardato la Chirurgia della Mano, in regime ordinario di ricovero e in regime di Day Surgery.

All´attività assistenziale ha sempre sommato un´intensa attività di ricerca e relative numerose pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali. Ha inoltre svolto l´attività di insegnamento, prima nei laboratori dell´Istituto di Anatomia Umana, oggi Dipartimento di Scienze Biomediche dell´Università degli Studi di Sassari, e poi all´interno della Clinica Ortopedica (scuola di specializzazione in Ortopedia e Traumatologia e Fisioterapia).